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U16elite parte bene ma poi un brutto episodio sugli spalti rovina tutto!

Pubblicata in Giovanili il 2019-01-27 23:00:00

Campionato FIP U16élite
BFM 36 - Varese 47 (17-10, 2-9, 12-15, 5-13).
BFM: Bozzoli 13, Leoni n.e., Raina, Di Gesù 11, Pilli, Cremascoli, Sioli, Candemir 4, Mannucci Pacini 5, Balzano 3, Sigon.
Allenatore: Bacchini
 
Varese ha vinto, viva Varese.
Ma la cronaca di oggi non può ignorare quanto accaduto nei minuti finali del primo tempo, quando, BFM sopra di 8 (18-10), il genitore di una ragazza di Varese ha per qualche minuto inveito contro coach Bacchini, contro l’arbitro e contro i genitori di Bfm in tribuna.
È stato uno spettacolo triste, culminato con una pesante minaccia al coach (“ti aspetto fuori e ti massacro” o qualcosa del genere), reo di... non abbiamo capito di cosa.
Fino a quel punto la partita era stata condotta con grande correttezza in campo e sugli spalti, solo 
incoraggiamenti, belle azioni, clima di condivisione in un pomeriggio di divertimento.
Una partita con tanti errori al tiro, una prevalenza delle difese e un punteggio che, anche se ci vedeva in vantaggio, era segno di grande equilibrio.
Buoni i primi 10’ per Bfm, con 7 punti di vantaggio frutto di qualche conclusione dalla media distanza.
Il secondo quarto è partito in sordina, con pochi punti da entrambe le parti, fino al finale segnato da
quell’one man show che ha raggelato il clima in Forza & Coraggio.
Dopo la ripresa del gioco (ma il tentativo del coach di Varese di far calmare il protagonista dello show non ha avuto effetto, visto che ha continuato a inveire contro coach Bacchini fino al termine del tempo), in pochi minuti le ospiti hanno piazzato un parziale di 9-0 che ha rimesso in parità la partita (19-19 alla pausa lunga).
Il secondo tempo si è giocato in un clima surreale, le ragazze di Varese hanno preso in mano la
gara, prima costruendo un piccolo vantaggio (15-12 il terzo quarto), poi prendendo il largo negli ultimi 5’ (finale 47-36).
Francamente non ce la sentiamo di rimproverare molto alle nostre ragazze, giocare in quel clima, rimanere concentrate sulla partita dopo le minacce rivolte da un adulto al loro coach, pensare che avrebbero dovuto occuparsi solo del risultato sportivo (quando ormai, lo sport era stato dimenticato da chi dovrebbe essere il loro educatore) è troppo per delle quindicenni.
Peccato, oggi hanno tolto a tutte loro un po’ di innocenza, ma della loro forza d’animo c’è da essere solo orgogliosi.

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