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Poiane faccia a faccia: Silvia Gottardi vs Carlotta Zumaglini

Pubblicata in Serie B il 2018-09-06 21:23:00

Con il rientro di Capitan Gottardi dalla sua avventura americana si concludono le nostre interviste faccia a
faccia: Sivlia Gottardi vs Carlotta Zumaglini

Carlotta: come è iniziata la tua passione per il basket?
Silvia: In prima media abitavo davanti alla palestra di Carnate (in Brianza). Da casa sentivo i fischi e i palloni,
un giorno incuriosita sono andata a vedere e ho scoperto che si trattava della pallacanestro. Ho voluto
provare, spinta da mio papà che da giovane era un giocatore (di buon livello-Serie B), e mi è subito piaciuto
da morire... Da lì non ho più smesso!
Carlotta: quali son state le emozioni più grande che il basket ti ha dato ?
Silvia: sono tantissime, visto che ormai gioco da così tanto tempo!!!  Sicuramente le vittorie
rimangono indelebili: lo scudetto a Priolo nel 2000, quello in Inghilterra del 2005, la Supercoppa, la salvezza
con il SANGA alcuni anni fa. Ma anche le sconfitte, perché quando perdi fa un male cane e me le ricordo
tutte le sconfitte nelle varie finali dalle giovanili in su. Però non è solo questo, la pallacanestro regala
emozioni continue: quando si prende un tiro decisivo, quando si esulta con una compagna, il rientro da un
infortunio, le amicizie... Le amicizie più di tutto!
Carlotta: come è nata la tua passione per i tuoi viaggi particolari e per il ciclismo?
Silvia: Viaggio da sempre, sono cresciuta in una famiglia di viaggiatori. Mio papà era spesso in giro per
lavoro quando ero piccola e tornava con racconti bellissimo e tante diapositive. Mia mamma negli anni ‘60
viaggiava per il Sud America... Appena ho avuto 18 anni ho voluto viaggiare anche io, prima con lo zaino in
spalla, poi a bordo di una macchina rosa (con il progetto “Donne al Volante” ho viaggiato in lungo e in largo
in giro per il mondo per beneficienza) ed ora in bici con il progetto “Cicliste per caso”. Ho viaggiato tanto ed
ho capito che viaggiando piano si ha la possibilità di vedere e conoscere meglio, ecco perché la bicicletta. È
bello farcela con le proprie gambe, senza l’aiuto di nessuno... E poi sono trentina, la bici forse è nel nostro
Dna!

Ed ora a campo inverso

Silvia: Cos’ha di speciale la pallacanestro per te?
Carlotta: gioco a pallacanestro da quando avevo 8 anni... innanzi tutto è uno sport meraviglioso, dove hai
l’occasione di vivere esperienze fantastiche, poi penso che lo sport di squadra aiuti molto. Penso anche che
gli allenamenti siano uno scarico di tensione e un modo per staccare il cervello e dedicarsi a ciò che piace
realmente.
Silvia: Trovi strano giocare con compagne molto più grandi di te, come me ad esempio?
Carlotta: Inizialmente mi sembrava un po’ strano, perché ero abituata a giocare solo con ragazze della mia
età se non più piccole, ora però ho capito che è una grande occasione perché posso imparare molto di più
dato che avete molta più esperienza di me e le mie compagne della mia età.
Silvia: Come ti immagini il tuo futuro, ci sarà la pallacanestro?
Carlotta: Ora come ora non ho nessun tipo di progetto per il futuro, mi auguro che la pallacanestro faccia
parte della mia vita per altri anni

  

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